Restare umani, difendere il futuro

Restare umani, difendere il futuro

23/09/2022 Off Di   Claudia Castaldo   In   Giornale di bordo    Officina   

Alla Festa del Sole il seminario organizzato dalla nostra redazione. Interviene il prof. Adolfo Morganti (Domus Europa)

E’ un titolo molto eloquente quello scelto per presentare questo seminario, uno slogan abusato dalla sinistra buonista e immigrazionista per indicare i caratteri che un individuo deve possedere per essere considerato umano: accogliente fino al punto di abnegarsi, generoso a scapito della propria Terra, aperto al massimo verso il prossimo. E abbiamo scelto di fare nostro questo motivetto ridondante un po’ per scimmiottarlo e un po’ per riappropriarci del significato autentico di queste parole. La scelta accurata delle parole riflette la sfida che abbiamo imboccato, quella cioè di voler restare umani, partendo dal chiarire cosa significa essere umani. Nel mondo fluido, sconfinato, sregolato, restare umani è difendere l’umanità dagli attacchi di chi ne vuole indebolire la natura intima che, con buona pace di chi riduce questo concetto ad una definizione arcobalenica di umanità, è preservarne le radici profonde e sacre.

E’ proprio in nome di quella umanità finta, auspicata dai progressisti, che si sono distrutte le identità storiche e culturali particolari e che ora si prende di mira direttamente il corpo umano, preso d’assedio dalle nuove tecnologie e ingegnerie mediche. Come abbiamo potuto constatare negli ultimi due anni di pandemia, il corpo è diventato il centro di interesse di scienziati e di filantropi, i quali per il nostro ‘bene’ ci hanno imposto trattamenti sanitari del tutto discutibili. Si configura una realtà un po’ sinistra in cui il corpo per molti è divenuto scomodo o difettoso e in virtù di ciò è giusto modificarlo secondo gli standard scientifici e servendosi delle tecnologie all’avanguardia dei nostri tempi.
Restare umani significa quindi anche e soprattutto non negoziare il proprio corpo, il proprio DNA, significa conservarsi geneticamente. Sta prendendo piede l’idea che l’uomo così come è stato fino ad ora non va bene, la sua natura imperfetta è diventata un problema da dover necessariamente risolvere. Si promuovono, quindi, vaccini a tecnologia nuova e mai sperimentati su tutta la popolazione a tappeto, microchip sottocutanei, ma anche pratiche come la fecondazione assistita per le coppie omogenitoriali, o farmaci che rallentano la pubertà in supporto alla teoria gender.. e si auspica che un indomani l’uomo possa superare i propri limiti corporei e fondersi con le sue stesse scoperte tecnologiche in un essere più evoluto: l’uomo-macchina.

Si è messo in moto un percorso sempre più accelerato che dall’homo sapiens conduce inevitabilmente al postumano, un essere potenziato dagli strumenti tecnici. Questi mutamenti genetici e queste nuove forme umane sono gli obiettivi del movimento transumano, alla cui base c’è la convinzione che il progresso tecnologico e scientifico rappresentino il meccanismo per il potenziamento delle capacità fisiche e cognitive dell’essere umano.

Alla luce di questo scenario inquietante, noi affermiamo di voler restare umani, in contro tendenza con il mondo, cioè di accettare la nostra natura imperfetta, abbracciando la caducità della vita senza paura, perché riteniamo che nel difetto, nell’errore, e nell’imperfezione ma anche nel dolore e nella fatica l’uomo trovi la forza per elevarsi spiritualmente e intellettualmente. Questo miglioramento, per noi, significa restare umani.