Agorà di pensieri
L’Hockey Club Milano Bears, dopo anni di sofferenze e disavventure, rischia di salutare per sempre le scene sportive nazionali. A 4 anni dai giochi olimpici invernali ospitati proprio dalla città meneghina (e da Cortina d’Ampezzo), un epilogo che sa di amara beffa.
Sul sagrato di un luogo accarezzato dal dramma della storia, dove ancora pare di sentirle le risate beffarde di quei giovani sull’orlo del martirio, parole che sanno di giuramento. Costruendo sogni sulle più solide delle fondamenta: quelle dell’Esempio.
Il cielo a Milano era terso quel 20 ottobre 1944. Troppo terso. Lo scenario ideale per bombardare. La guerra doveva dare l’ultimo devastante colpo di coda. L’odore, acre e mefitico, è di quelli che s’imparano a riconoscere in mezzo alle macerie: l’odore della “libertà” che viene dall’alto. Sganciata dai bombardieri.
Un veloce specchietto sulla storia della “canzonetta” nazionale
Tra le molteplici figure dimenticate della Grande Guerra svetta l’esempio di colui che, seppur gravemente ferito, seppe incitare all’assalto la sua truppa verso la conquista del monte San Gabriele, ultimo baluardo degli austro-ungarici.
Il 5 luglio 1942 si spegneva a Udine il senatore Cesare Mori, soprannominato il “Prefetto di ferro”. Figura troppo scomoda per essere annoverata tra gli eroi ufficiali dell’Italia repubblicana e antifascista.