Chi non vola è un Fratoianni

Chi non vola è un Fratoianni

16/03/2022 Off Di   Marcvs   In   Officina   

La cultura della cancellazione colpisce ancora. Il nome di Italo Balbo verrà rimosso dalla carlinga di un aereo della flotta di Stato dopo un’interrogazione parlamentare presentata da Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e accolta dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. E allora via, il nome di uno dei più grandi aviatori italiani non troverà più spazio negli aeromobili utilizzati da premier e ministri e destinati alle missioni di pubblica utilità. Con un’evidente distaccamento dalla realtà, chi ha promosso questa ennesima iniziativa di “cancel culture” lo ha fatto in nome dell’antifascismo – pur in assenza di fascismo – per evitare che il nome del gerarca fascista creasse “imbarazzo alle più alte cariche dello Stato e una figuraccia internazionale al nostro Paese. Tralasciando le vere figuracce a cui la politica italiana è abbonata da decenni – e ora più che mai – a questi buontemponi andrebbe ricordata la storia di Italo Balbo, legata indissolubilmente a quegli aerei da cui oggi viene rimosso il suo nome come fosse un’onta.

Nel 1917, ventunenne, frequenta il primo corso di pilotaggio a Torino seguendo così la sua più grande passione; della Regia Aeronautica (costituita come forza armata autonoma nel 1923) è prima sottosegretario e poi ministro, contribuendo a collocarla a livelli di massimo prestigio. A cavallo degli anni 30, le storiche trasvolate: prima del Mediterraneo, poi dell’Atlantico, per arrivare fino in Brasile, Canada, Stati Uniti. Dove Italo Balbo è accolto come un eroe: lui, italiano come Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci. Nel “nuovo mondo” alcune città gli dedicano strade, a Chicago il 15 luglio (giorno in cui nel 1933 approda in città) è proclamato l’Italo Balbo’s Day, persino i Sioux lo nominano capo indiano col nome di Capo Aquila Volante. Fino al suo ultimo volo, il 28 giugno 1940: a poche settimane dall’entrata in guerra dell’Italia, il suo aereo viene colpito dal fuoco amico, abbattuto da una contraerei italiana nel cielo sopra Tobruk. Quella carlinga continuerà a bruciare per ore, fino al giorno successivo quando la triste notizie viene trasmessa in Italia. Italo Balbo e la sua storia parlano di grandezza, che pochi sciocchi vorrebbero cancellare con qualche piccolo dispetto. Ma se la grandezza non è comprensibile a molti, la storia non è cancellabile da alcuno.