Il “dovere morale e civico” di usare la testa

Il “dovere morale e civico” di usare la testa

11/08/2021 Off Di   Gianluca Kamal   In   Società   

Il capo dello Stato Sergio Mattarella, nel corso della consueta cerimonia del Ventaglio al Quirinale svoltasi quest’anno lo scorso 28 luglio, ha parlato della vaccinazione come “dovere morale e civico”. Complici le mutazioni che hanno portato a una rapida risalita dei contagiati (ma non del numero di ospedalizzazioni) il tono e le parole di cui il Presidente si è servito appaiono come velati da una gravità per certi versi solenne. Inaudita, è forse il caso di dire. Ma tralasciando per un attimo il principio d’autorità, è davvero tutto normale, tutto razionale, tutto legittimo?

La sussiegosità lagnosa con la quale si ripete quotidianamente a reti unificate come la convivenza civile sia fatta di regole da rispettare, come sia perfettamente logico far pagare i danni a chi non si immunizza, come rifiutare il siero sia da considerarsi un attacco alla società ecc…, è fondata sulla malintesa interpretazione del concetto di libertà: sono un bravo cittadino (liberale) se rispetto la libertà che intendi tu. Libertà che diviene dunque arbitrio. Confondendo le buone maniere per buoni principi non si giunge ad una buona educazione. Ecco perchè la libertà non è, e non deve essere, una risorsa limitata da distribuire con oculatezza, ma un bene incrementale. Ed ecco ancora la ragione per la quale la celeberrima e abusatissima frase di M.L. King sulla “mia libertà che finisce dove comincia la vostra”, andrebbe levata dalle menti umane, di questi tempi troppo facili a emotività da social.

E allora che cosa farebbe di un cittadino che sceglie di non vaccinarsi un pericolo per la società? Perchè verrebbe meno ad un presunto “dovere morale e civico” quando persino il presidente della Repubblica lo ammonisce severo? Cosa autorizza, allora, opinionisti e politici a sermoneggiare su un “senso civico” giuridicamente e intellettualmente fallace? Se il vaccinato è per definizione protetto dalla malattia, nulla avrebbe da temere da coloro che scelgono diversamente, e le limitazioni della libertà e della salute avrebbero per lui il significato di un topolino che passa tra le zampe di un leone. La patente di “vaccinato”, una sorta di medaglia al valor civile e militare a costo zero da esibire (con tanto di spilletta), ha però oggi una valenza il cui ambito riconoscimento, quello di immunità anticorpale certificata, nessun cittadino vorrà mai vedersi sottratto.