Skip to main content

Il sole delle tenebre

Metti una tranquilla e paciosa cittadina del Varesotto, che soltanto il boato sonico degli aerei sorvolanti nottegiorno questo nugolo di casette riesce a ridestare dal suo ininterrotto torpore. Le campane della chiesa, le impennate subitanee di qualche sedicenne alle prese con la dura fatica di riempirsi il proprio tempo infinito, il lento frusciare di famiglie e solitari tra le bancarelle del mercatino e qualche silenziosa chiacchiera…Poi arriva la notizia che schizza tra i vicoli e le piazzette, seminando panico tra le casalinghe e gli impiegati comunali e allarme per una intera comunità di colpo catapultata nella storia alla voce “Luoghi che esistono”: Fagnano Olona ospiterà la Festa del Sole. No, non un omaggio neopagano alla divinità cosmica mascherata da gaia festicciola di fine estate. Niente di meno di un oscuro raduno di una oscura organizzazione dedita ad oscurissime attività quali…solidarismo, sport, dibattiti culturali, addirittura concerti e intrattenimento giocoso per bambini! Inaccettabile come tutto questo sia potuto accadere. Intollerabile come, ancora una volta, la sacra pugna imbastita dai moderni Robespierre del libero pensiero abbia alla fine sortito l’effetto di un minicicciolo spentosi dentro una pozzanghera di nera acqua stagnante.

Mentre Fagnano si ritrovava immersa nella sua Notte Bianca (“l’evento più importante dell’anno”, cit. da giornale locale), i Tenebrosi, usciti dal mistero della loro tana, preparavano la stagione che verrà, densa di sfide e battaglie che sono poi le sfide e le battaglie di sempre. Con una consapevolezza rinnovata: quella di sapere cosa e come combattere, prima di combattere. Il mondo là fuori possiede mezzi, strumenti di ogni tipo per annientare il più minuscolo degli ostacoli dovesse pararsi innanzi, in primis persone riunite in comunità che hanno scelto una vita di militia o, per dirla con Hannah Arendt, una “vita activa”. Combattere per riportare i simboli al proprio posto non basta più, forse. Diventa perciò importante intraprendere la lotta dentro il campo nemico, servendosi financo dei suoi canali per continuare ad affermare chi si è prima di far sapere cosa si fa. Ma, come sempre accade dinanzi ai grandi tornanti della storia, il tempo delle scelte radicali presuppone la conservazione di sè stessi, della propria più autentica e genuina identità culturale e morale, resistendo al “piacere degradato” (Gianfranceschi) e alle più soavi e infime lingue della corruzione che sporcano la propria anima. Quel patrimonio così eccezionalmente umano vero (unico?) obiettivo dell’immenso e tentacolare Moloch globalista sorretto, mai come nella storia dei tempi, da una volontà di potenza tanto diabolicamente aggressiva.

Ecco quindi perchè “custodire il fuoco” significa anzitutto armare il proprio bagaglio di conoscenza, intanto per non soccombere e domani per tramandare la fiaccola dell’homo novus (antitetico rispetto al “Residuo” così come ridotto l’umano dal lungo e profondo processo di annicchilimento spirituale e morale che passa sotto il nome di Politicamente Corretto o Cancel Culture) missione ultima di questa FEDErAZIONE di anime guerriere. Custodire il fuoco, traducendo in dono ciò che si sente di rappresentare e la visione delle cose e degli uomini che si è scelto di incarnare, consegnando un pacco di pasta a famiglie in difficoltà, attraverso le missioni umanitarie in giro per l’Europa martoriata dall’oro contro il sangue, sostenendo la vita ben prima della culla, tendendo al Creato in armonia con la sua ricchezza, allenando braccia e gambe rettificando sè e gli altri.

Ecco il messaggio che giunge dalle “tenebre”. Dinanzi agli schiamazzi e alle isterie dei notissimi “ignoti” già deglutiti e risputati fuori dal mondo cieco e vorace dell’oggi, custodire e tramandare (dal latino tràdere che indica passaggio, trasmissione) restano imperativi di una nuova e antichissima missione. La sua luce è quella brillante e serena del Sole. Il suo richiamo è esso stesso libertà.