La testimonianza ancora viva di Solženicyn. Conferenza a Milano

La testimonianza ancora viva di Solženicyn. Conferenza a Milano

01/12/2022 Off Di   Redazione   In   Giornale di bordo   

Domani sera a Milano con Ivan Pavani e Francesco Borgonovo l’Associazione Culturale Lealtà Azione approfondirà l’attualità del pensiero e dell’opera del grande scrittore russo, premio Nobel per la Letteratura nel 1970, testimone di libertà contro il totalitarismo comunista e profeta della crisi spirituale dell’Occidente liberale. Tra le tematiche affrontate da Solzenicyn nel periodo successivo al crollo dell’URSS vi fu proprio il rapporto tra la Russia e l’Ucraina, nel suo scritto “Come ricostruire la nostra Russia”. Rileggere Solzenicyn in questi giorni di manifestazioni e appuntamenti contro la follia della guerra voluta dall’imperialismo americano contro la Russia, significa analizzare i presupposti storici e culturali della pace tra la Russia, l’Ucraina e l’Europa.

“Come potremmo mai non condividere le sofferenze mortali subite dall’Ucraina in epoca sovietica? Ma da dove scaturisce l’intento di asportare l’Ucraina da un corpo vivo (ed anche da quella che da tempi remoti, nel corso dei secoli non è mai stata Ucraina come la Crimea o il Donbass, fin quasi ad arrivare al Mar Caspio)? E se ‘autodeterminazione dei popoli’ ha da essere, allora che davvero ogni nazione decida le proprie sorti. E questo non si risolve prescindendo da una votazione popolare. Staccare oggi l’Ucraina significa passare attraverso milioni di famiglie e di persone: quanta commistione di popolazioni; intere regioni e città a predominanza russa; quante persone imbarazzate a scegliere tra le due nazionalità (…).
Fratelli! Non ci serve queste crudele separazioni! Sarebbe il frutto dell’ottundimento degli anni comunisti. Insieme abbiamo sofferto l’epoca sovietica, insieme siamo precipitati in questo baratro, e insieme ne usciremo. E in due secoli: quale folla di nomi illustri all’incrocio delle nostre culture. Nella formula di M.P. Dragomanov ‘Indivisibili ma non confondibili’. Occorre aprire in spirito di amicizia e di disponibilità la strada alla cultura ucraina e bielorussa non solo sui territori dell’Ucraina e della Bielorussia, ma anche nella Grande Russia. Nessuna russificazione forzosa (e peraltro nessuna ucrainizzazione forzosa, quale si ebbe verso la fine degli anni ’20) ma libero sviluppo di ambedue le culture, e classi scolastiche con l’insegnamento nelle due lingue, a scelta dei genitori. Certo, se il popolo ucraino desiderasse effettivamente separarsi, nessuno potrebbe impedirglielo con la forza.
Il nostro spazio è multiforme, e solo la popolazione locale può decidere le sorti della propria località, della propria regione, mentre ogni minoranza recentemente formatasi in questa località deve contare sulla medesima non coercizione”.