Tutti Zan per terra!

Tutti Zan per terra!

27/10/2021 Off Di   Maria Giovanna Ruffoni   In   Officina   

Sono stati 154 i voti favorevoli per fermare l’esame del testo liberticida. 131 i contrari e due astenuti. Respiriamo questa vittoria, rimanendo vigili e attenti per il sequel della storia. Infatti, per il momento il Ddl Zan è affossato, se ne riparlerà, forse, tra 6 mesi, ma è comunque una bella pagina del Senato che ha finalmente permesso di mettere a tacere i fieri paladini sostenitori di Zan. Il voto segreto è stato determinante e forte è il dubbio che proprio tra i sostenitori più accaniti si sia presentato un Bruto che ha accoltellato alle spalle il compagno di partito.

Perché non è tutto oro quel che luccica, perché tanti sono stati i finti sostenitori, perché fa figo essere mainstream, ma quando le colpe dei padri ricadono sui figli bhè allora ci si pensa su, di nascosto per non essere incolpato e additato. Oggi in Senato la verità è venuta a galla, c’è chi grida mogio mogio all’inciviltà in cui cadrà l’Italia. Chi lancia pseudo minacce affermando che gli oppositori dovranno rendere conto al paese. Chi brandisce una copia della Costituzione in segno di dissenso. Chi si considera inorridito dall’esito inaspettato per dare il via ad una bagarre in aula.

A voti fatti, la nostra povera Italia ne avrebbe di questioni urgenti a cui rendere conto e sulle quali tendere una mano, aperta, come tutte quelle che i fervorosi, al limite del fanatismo, hanno pubblicizzato per mesi: sì al Ddl Zan scrivevano. Invece, noi oggi porgiamo tutto il braccio a chi per mesi è sceso in piazza, in silenzio, per lottare contro la censura, contro la possibilità di essere accusato di reato di opinione. Continuiamo orgogliosi la nostra battaglia, contro qualsiasi ideologia gender; orgogliosi di definirci ancora mamma e papà; di andare nelle toilettes differenziate; di essere chiamati con il nostro nome di battesimo e di poter esprimere le nostre opinioni.

Oggi ha vinto la luce in un tunnel senza uscita, alcuni hanno detto “meglio oggi che un ahimè domani”, ma la verità è che non si può andare sempre contro natura. Non si possono fare leggi per imporre a tutti una precisa visione antropologica e sociale e oggi ce ne siamo resi conto.

Non è ancora terminata la partita, ma oggi è tempo di sospirare gaudiosamente.