Il lungo viaggio della psicologia: tra scienza e umanità

Il lungo viaggio della psicologia: tra scienza e umanità

29/02/2024 Off Di   Longino Lagaillarde   In   Officina   

Nel cuore del XIX secolo, la psicologia emerse come una scienza nuova e rivoluzionaria, portando con sé la promessa di svelare i misteri della natura umana. Questa epoca, segnata da notevoli progressi nel campo biologico e medico, aprì la strada a una ricerca incentrata sulla comprensione materiale dell’essere umano. Un simile approccio, pur essendo un passo avanti significativo, portò inevitabilmente a una visione unilaterale della personalità umana, relegando la conoscenza precedente, di natura più spirituale, in secondo piano.

PAVLOV, JUNG E I COMPORTAMENTISTI
Figure di spicco come Ivan Pavlov e Carl Gustav Jung si resero presto conto di questa limitazione e cercarono di creare una sintesi più equilibrata. Pavlov, in particolare, incontrò ostacoli nel condividere pubblicamente le sue convinzioni, riflettendo le sfide che la psicologia ha dovuto affrontare fin dall’inizio.
Una caratteristica unica della psicologia è che l‘osservatore e l’osservato appartengono alla stessa specie e, nel caso dell’introspezione, sono la stessa persona. Questa peculiarità rende l’analisi della mente umana particolarmente complessa e soggetta a errori, poiché la mancanza di distanza tra osservatore e osservato può generare un circolo vizioso di misconcezioni.


Nel tentativo di evitare questi errori alcuni studiosi, come i comportamentisti, hanno adottato un approccio estremamente riduttivo, finendo per impoverire il contenuto cognitivo della disciplina. Nonostante ciò, hanno creato una scuola di pensiero molto influente. Molti progressi nel campo della psicologia sono stati guidati da individui che cercavano di mettere ordine nella propria personalità attraverso la conoscenza e l’autoconoscenza. Se le loro ansie derivavano da un’educazione difettosa, il superamento di queste difficoltà ha spesso portato a scoperte importanti. Tuttavia, quando queste angosce avevano radici più profonde nella natura umana, emergeva una tendenza persistente a distorcere la comprensione dei fenomeni psicologici.

L’INFLUENZA DELLA POLITICA
Il progresso in psicologia è fortemente influenzato dai valori individuali dei suoi praticanti e dal contesto sociale in cui si sviluppa. In società dominate da forze esterne o classi eccessivamente privilegiate, la psicologia è spesso la prima vittima di censura e controllo da parte delle autorità, che rivendicano il diritto di definire la verità scientifica. Nonostante queste sfide, la psicologia si è evoluta grazie al lavoro di straordinari ricercatori che hanno colmato le lacune della disciplina con dati dettagliati, fungendo da correttivi alla soggettività e alla vaghezza dei suoi pionieri. Tuttavia, la giovane scienza mostra ancora i suoi difetti, come la mancanza di un ordine generale e la tendenza a frammentarsi in singole scuole, focalizzate su specifici risultati teorici e pratici.


Parallelamente, la psicologia ha raccolto scoperte di natura pratica utili per coloro che necessitano di aiuto. Le osservazioni dirette dei terapeuti nel loro lavoro quotidiano si sono rivelate più efficaci nel formare la comprensione scientifica e nello sviluppare il linguaggio della psicologia contemporanea rispetto a qualsiasi esperimento in laboratorio. La vita stessa fornisce una varietà di condizioni, confortevoli o tragiche, che sottopongono gli individui a esperimenti che nessuno scienziato avrebbe mai potuto concepire.

Questa realtà ha insegnato agli psicologi come studiare rapidamente ed efficacemente la vita di un’altra persona, identificando i fattori che hanno influenzato lo sviluppo della sua personalità e del suo comportamento. In questo processo, gli psicologi tendono ad utilizzare categorie il più oggettive possibile, evitando la struttura naturale dei concetti, spesso definiti come “senso comune”. Questo linguaggio concettuale, simile ai simboli matematici per i matematici, è diventato uno strumento indispensabile per la pratica clinica, sebbene spesso si trasformi in un gergo piuttosto che in un distinto linguaggio scientifico.