Ddl Zan, a grandi passi verso il flop?

Ddl Zan, a grandi passi verso il flop?

05/07/2021 Off Di   Maria Giovanna Ruffoni   In   Società   

Di nuovo dalle parti di Zan-olandia. La presente situazione politico-parlamentare spinge sempre più ripidamente lungo i canali della surrealtà.

L’anticipo di votazione in Senato, in questi giorni, chiarirà le posizioni di voto e i possibili scenari di schieramento tra le forze politiche in campo, ancora incerte, perchè “solo gli imbecilli non cambiano idea”, dicono. Appare tuttavia molto strana la rumba dei giri di valzer in corso a poche settimane dal voto. E’ strano che solo adesso ci si accorga che qualcosa non va in quel testo liberticida e che sarebbe più consono proporre emendamenti da sinistra. E’ un colpo di scena, perchè la maggioranza in Senato che quell’obbrobrio legislativo non passi. Il Ddl Zan contro l’omofobia ha incassato il primo via libera alla Camera lo scorso 4 novembre, durante il governo Conte II, merito del sostegno di una maggioranza composta da M5S, Pd, Italia Viva e Leu.

Forse le storie sui social network non sono sufficienti e ci si è resi conto che quel testo, davvero confuso e inefficace e manipolatorio, deve essere NON approvato. Si azzarda, ma forse che questo patetico siparietto stia scomodo a qualche lobby? Azzardiamo che alcune transazioni economiche con stati, che certo non vogliono vedere bandiere arcobaleno, siano state messe in stand-by? Che si esageri pure, ma si sa: chi paga comanda e il lobbyng esiste e influenza. La fantomatica lobby gay esiste; fa pressioni a livello europeo, certo; permette ad una “vittima del sistema omofobo” di comprarsi una Mercedes per sfizio con soldi donati da altrettanti falsi perbenisti, anche. Ma non ruota tutto intorno a questo.

Parlandoci chiaramente, troppe pedine si sono mosse a troppi cavalieri non hanno giocato bene, rimanendo in silenzio e muovendo a loro volta sciocchi alfieri. Cosa ci aspettiamo quando in un testo di legge si imporrebbe “per il bene altrui” di comandare sull’istruzione dei nostri figli, cosa ci aspettiamo da un disegno di legge che cita impropriamente la disabilità senza addurre veri e concreti progetti di sostegno e supporto alle tante famiglie che davvero ogni giorno combattono discriminazioni, tra le tante, per l’impossibilità di ricevere trattamenti sanitari ed erogazioni sanitarie gratuite. Però se il figlio volesse diventare gender fluido allora sì che la strada diverrebbe spianata.

Ne vedremo ancora delle belle, insomma. Come nella miglior tradizione cagnar-parlamentare italica. Ci si dovrà semmai domandare se davvero una eventuale mancata approvazione del Ddl costituisca autentica vittoria sul lungo periodo oppure se non si tratti altro che di una vittoria di Pirro, simbolicamente spendibile ma dalla non troppo velata provvisorietà, lungo una guerra fatta di tante battaglie ancora da combattere.

Tanta strada attende ancora la libertà. Tanta paura incute la libertà di pensare altrimenti.