Il negazionismo sulle foibe non si finanzia

Il negazionismo sulle foibe non si finanzia

02/03/2022 Off Di   Gianluca Kamal   In   Giornale di bordo   

Una grande notizia per la verità storica e la giustizia. Nella giornata di ieri il consiglio regionale della Lombardia, a larghissima maggioranza, ha approvato la mozione, presentata dal consigliere Max Bastoni (Lega), “Tutela lombarda della memoria dei massacri delle foibe e dell’esodo istriano, giuliano, fiumano e dalmata”, volta a negare patrocini, finanziamenti e concessioni di spazi pubblici a quelle associazioni apertamente negazioniste del dramma vissuto, durante e al termine dell’ultimo conflitto mondiale, dai nostri connazionali del confine dell’Adriatico orientale. Un passo che segue quello già compiuto da Veneto e Friuli, unite nello sferrare il legittimo (e un pò tardivo) contrattacco rispetto alle puntuali falsificazioni storiche miranti a ridurre, giustificare o addirittura negare la tragedia dei martiri infoibati sotto il dominio dei partigiani comunisti jugoslavi.

“Era giunto il momento che anche la Lombardia negasse finanziamenti e spazi alle associazioni che si fanno portatrici di negazionismo mascherato da ricerca storica”, ha spiegato Bastoni nel corso della discussione in aula. Una mozione che ha visto il sì, timido e velato, anche del Partito Democratico “a conferma della difficoltà della sinistra, al di là della retorica di comodo, ad affrontare il dramma dele foibe per quello che è stato. Forse perchè andrebbe ad intaccare qualche associazione che tradizionalmente rappresenta un bacino elettorale per il principale partito della sinistra italiana”.

Ma c’è dell’altro. La stessa mozione si è arricchita anche della richiesta al governo italiano di revocare il Cavalierato di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana al Maresciallo Josip Broz Tito, concessa nel 1969 dall’allora capo di Stato Giuseppe Saragat. I tempi erano in tutta evidenza maturi anche per questo ulteriore passo, più volte cercato da un’intera area politica e culturale che non ha mai smesso negli anni di ricordare il dolore provato da quelle popolazioni colpevoli solo di essere quel che erano: italiane.

Se tutto ciò è stato possibile, se giungere a importanti traguardi (simbolici e politici) presso le istituzioni deve oggi meritare unanime plauso, lo si deve in primis a quella silenziosa e incessante opera di vivificazione della memoria operata da associazioni, gruppi, singoli che insieme alle testimonianze portate da esuli e discendenti continuano a tenere alta la bandiera del Ricordo. Perchè 10 febbraio lo sia tutti i giorni.