Nuovissimo Ordine Mondiale, vecchi incubi

Nuovissimo Ordine Mondiale, vecchi incubi

02/01/2023 Off Di   Gianluca Kamal   In   Libri e libri   

Giunti al presente stato di cose, dominato ormai stabilmente da quella “permacrisi” che il dizionario britannico Collins ha celebrato come parola dell’anno 2022, ad affacciarsi nel pensiero è la più schietta e dolorosa delle domande: ha ancora senso continuare a pubblicare libri o scrivere articoli per tentare una disamina dell’odierna situazione e convincere i più a proposito della malignità e delle crudeli menzogne in essa celate? Il quesito appare più che lecito considerata la dilagante, crescente stupidità dei nostri contemporanei, troppo ciechi, troppo sordi per comprendere l’abisso nel quale tutti, in varia misura, ci troviamo immersi. “Non possiamo fare altrimenti, questa è la nostra vita, questo il nostro essere”, ci ammonirebbe Evola. Ed è dunque con questo spirito che anche l’ultima opera di Renzo Giorgetti (edizioni Passaggio al Bosco) Il nuovissimo ordine mondiale. La tirannide antiumana, quintessenza della demagogia egualitaria, rientra tra quelle letture doverose per proseguire, nonostante tutto, nella battaglia comunitaria e nel rafforzamento della propria personale resistenza ad un Ordine, non più nuovo ma “nuovissimo” appunto, che per molti altri non è che la nuova normalità. Un ordine in cui democrazia e libertà, dopo svariate ammaccature e rese del tutto barattabili in cambio di sicurezza e comodità, hanno smarrito pienezza concettuale e sostanza politica. L’agognata libertà, gli ancor più agognati diritti sono illusioni, tanto che “questi molti non si rendono conto di fare parte di un grande spettacolo di cui sono protagonisti e spettatori”, come sentenzia lo stesso Giorgetti.

Tutto, secondo l’autore, può essere paragonato ad un grande cerchio che si restringe sempre più, fino a soffocare il singolo individuo. La progressiva, vertiginosa accelerazione del processo di compressione dei margini di manovra politico-economica degli Stati nazionali (nonostante una globalizzazione entrata nella sua fase terminale) si accompagna, più in generale, alla scomparsa di ogni dimensione trascendente del Potere, che da solo si dà la propria legittimazione e sempre da solo elabora e impone le nuove categorie gnostiche del Bene e del Male, ragione per cui, come scrive Giorgetti, “qualsiasi legge, anche la più sacra e immutabile non vale più della carta su cui è scritta, e può essere applicata o disattesa con la massima disinvoltura, a seconda delle convenienze, o può cambiare insieme ai governi che la sostengono”.

Il nuovissimo potere dispone di potenti mezzi economici e di sofisticati strumenti tecnologici di propaganda, ed è quindi facile per esso trasformare in mostri o pazzi criminali chiunque provi ad avanzare dubbi sulle sue “rappresentazioni”, servendosi ,tra l’altro, di quegli stessi sudditi inebetiti come cani da guardia e come controllori del vicino non allineato. Ed è tutto così (poco) sorprendentemente chiaro agli occhi di chi osserva il totale disvelamento (“caduta delle maschere”) del disegno totalitario in atto, da un paio d’anni a questa parte, da poter apertamente dichiarare la morte del complottismo. Il volto del nuovo Potere è dinanzi a noi, la sua funzione criminale s’incarna nelle menzogne e nelle falsità pronunciare da politici, presunti scienziati, impiegati dell’informazione, giuristi da strapazzo, religiosi senza carne nè anima.

Tuttavia, e Giorgetti lo esplicita con chiarezza, nulla è ancora deciso e la resa dei conti finale è appena cominciata, in base all’assunto quasi messianico secondo cui “l’era ultima sarà un’epoca di lotte grandiose e scelte radicali. L’adesione al proprio archetipo sarà la via migliore per scoprire ciò che si è realmente e schierarsi dalla parte più consona alla propria vera natura”. Mantenersi fedeli alla Verità, affermare i principi naturali dell’uomo. In fondo basta “poco” per far rivivere la speranza.