Prato della Valle e il maschilismo immaginario

Prato della Valle e il maschilismo immaginario

06/01/2022 Off Di   Marcvs   In   Officina   

A Prato della Valle, a Padova, ci sono 78 statue di uomini che hanno onorato la città euganea nel corso dei secoli. Nella piazza padovana, una delle più grandi d’Europa, queste furono costruite tra il 1775 e il 1883 per celebrare i personaggi più illustri della città: artisti, professori e studiosi, Dogi e Papi. Da qualche settimana, però, Prato della Valle con le sue suggestive statue ha attirato su di sé invettive che hanno avuto come obiettivo…il presunto maschilismo delle opere d’arte in questione.

Tutto è partito dalla solerzia di due consiglieri comunali (della maggioranza di centro-sinistra) che poche settimane fa hanno presentato una mozione contro la piazza troppo “maschilista” (sic) chiedendo di installare, insieme alle 78 statue presenti, quella di Elena Cornaro Piscopia, prima donna al mondo a ottenere una laurea (in filosofia, presso l’Universita di Padova nel 1678). A supportare l’idea che Prato della Valle sia un esempio di piazza maschilista, dopo qualche accademico, ecco che poi si cala persino un’immunologa. Antonella Viola, già nel giro delle “virostar” televisive, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha dichiarato che “Se fino a qualche decennio fa la cultura dominante ci spingeva a costruire una piazza tutta al maschile, oggi un luogo del genere è lontano dal sentire comune. Nulla di scandaloso quindi nel trasformare il messaggio della piazza, di renderlo più vicino al mondo dei giovani, di fare dell’opera d’arte un ponte tra passato e futuro“. Sempre secondo la dottoressa Viola, non si deve “pretendere come al solito che le donne da raffigurare siano eccezionali come Marie Curie, utilizzata da sempre a sua insaputa non per stimolare le ragazze a provarci ma per porre l’asticella così in alto da scoraggiarle in partenza. Per meritare la prima statua femminile in Prato della Valle forse basterebbe aver vissuto come donna, facendo del proprio meglio, nonostante tutto“. Insomma, ci vuole la statua di una donna a Prato della Valle, meglio se una donna qualsiasi, perchè quei 78 uomini illustri (tra cui Tito Livio, Galileo Galilei, Francesco Petrarca) scolpiti in pietra e lì da qualche secolo rappresentano un evidente oltraggio per il mondo femminile.

Ecco l’ennesima demenziale sparata del mondo neo-femminista – ora supportato anche da una rassicurante virostar – impegnato a dare gas alla sua inquinante retorica vittimistica e anti-maschile . Sì, perchè non c’è ovviamente nulla di maschilista a Prato della Valle (così come in tanti altri luoghi d’Italia e d’Europa), ma semmai c’è qualcosa contro l’uomo nelle invettive che l’hanno riguardata ultimamente. Contro l’uomo europeo che ha fatto la storia e che non ha mai calpestato la donna; contro quelle sacre e naturali differenze tra donna e uomo che hanno fatto il mondo.