“Ricordare, senza odio, il dolore di un popolo”

“Ricordare, senza odio, il dolore di un popolo”

10/02/2022 Off Di   Redazione   In   Officina   

Tito Lucilio Sidari, Presidente/Sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio, ci racconta “senza lacrime” l’esodo forzato dalla città istriana nel febbraio 1947 e la quotidiana opera di testimonianza, per far risorgere la cultura italiana nelle terre forgiate da due millenni di civiltà romana, veneziana, italica

Raccontaci in breve la tua storia, cercando di scavare, per quanto possibile, anche nell’intimo della scelta drammatica che tu e la tua famiglia avete dovuto compiere.

Nell’esodo da Pola del febbraio 1947 mia madre convinse mio padre a lasciare Trieste e a spostarci a Milano, ricordando che era già stata deportata dall’Austria in Ungheria nel 1915-1917 e che scegliendo il centro del Nord-Italia sperava di non dover subire un terzo esilio; infatti il destino di Trieste rimase incerto fino al 1954. Nella Milano semi-distrutta dai bombardamenti, con mio padre malato e poi malato io stesso, gli inizi furono drammatici. Nel 2 febbraio 1949, giorno della Madonna Candelora, ella riuscì a trovare un appartamento in una casa bombardata in ricostruzione. A scuola non ebbi mai problemi con insegnanti e ragazzi.

I recenti sviluppi delle relazioni italo-slovene (vedi l’incontro Mattarella-Pahor a Basovizza lo scorso 13
luglio 2020) fanno ben sperare in vista di una compiuta ed autentica riconciliazione in nome della verità storica. Può essere davvero il segno di un nuovo inizio per una comunità da decenni in attesa di giustizia?

Quel 13 luglio 2020, dinanzi alla foiba di Basovizza, è una data storica perché i due Presidenti con coraggio e determinazione hanno mostrato la strada per ridurre l’odio che ancora serpeggia. Quattro fucilati perché “terroristi” per molti italiani e le vittime del grande pozzo-foiba, 500 metri cubi, mai riconosciuti ufficialmente da molti sloveni: tutti ebbero madri e spose che piansero per loro. Ricordare, pur nell’atroce dolore, non odiare. Credo sia proprio questo il più autentico messaggio che si possa tramandare alle generazioni del futuro.

L’argomento foibe pare essere “tornato di moda” grazie a nuovi attacchi, specie sotto forma di pamphlet editi da importanti gruppi editoriali, sorretti dai soliti vecchi cavalli di battaglia. Non hai la sensazione che la politica abbia ancora una volta lasciato soli gli esuli?

Purtroppo i politici per massima parte seguono le imposizioni ideologiche dei loro partiti, mentre i casi disinteressati di riconoscimento dei dati storici e di aiuto morale agli esuli, sono stati e sono molto rari. Chi dopo la guerra si impadronì della “cultura” e della “storia” ai massimi livelli merita ancora oggi la condanna degli esuli e di tutti i giusti. Chi, ignorando fatti evidenti, scrive pamphlet (vedi quello composto da Eric Gobetti ed edito da Fletrinelli, ndr) cerca di farsi o consolidarsi una buona posizione nel suo partito; e ci riesce.