Italiani in vacanza e altre cose brutte

Italiani in vacanza e altre cose brutte

12/09/2023 Off Di   Giulia Maria Donato   In   Officina   

I reel pittati di verde-Costa Smeralda sono quasi finiti e quindi, si può dire che la stagione estiva si è praticamente conclusa. Le telecamere degli smartphone adesso illuminano le cucine con suggerimenti detox, riprendono i cessi delle influencer che si limano le guance con pregiati prodotti beauty e Myrta Merlino ha sostituito la D’Urso alla conduzione di Pomeriggio 5, così il gabinetto dovrebbe sembrare più pulito, invece è sempre quello della Metro fermata Loreto, ma sono le 6 del mattino e nessuno ci ha già pisciato fuori.

Ma poco importa della tv quando la vera toilette la trovi online. L’estate è stata un susseguirsi di mari cristallini, tuffi dalle barche, aragoste, champagne, feste, costumi interdentali, il tutto filtrato dai tik tok e dalle stories dei protagonisti di queste vacanze #sunset, #love, #family, #summervibes, #greece, #sardinia, e altri Hastag tutti irrimediabilmente uguali, ma unici, per la sciampista di Castelletto Ticino che ha mangiato una sola volta in una settimana di vacanza, ossia quella pasta all’aragosta in riva al mare di cui ha fatto la “storia”

La stessa sciampista si chiederà come abbia fatto l’estetista del centro commerciale di Arese che andava a scuola con lei, ad andare in Capadocia a vedere le mongolfiere (in Capadocia sembrerebbe esistano solo le mongolfiere, e comunque il volo costa). E così via, come in un viaggio onirico incessante, ognuno di noi, inevitabilmente, si è chiesto come fosse possibile incontrare a maggio una persona al discount con nel carrello la mozzarella Private Label per poi vedere un suo reel in un costosissimo Resort a fine agosto in Thailandia. Va da se che nessuno compra la mozzarella al discount se può comprarla in gastronomia, il sillogismo logico porta lucidamente a pensare che la gente, si indebita per fare i reel (no, non per andare in vacanza). 

Proprio in questi giorni danno su AmazonPrime “Ferie d’agosto”, per ricordarci che la storia inizia da lontano. Paolo Virzì portò negli anni ’90 sullo schermo, oltre a tutte le sue menate radical chic e Laura Morante che piange anche quando non lavora con Moretti (no, Nanni Moretti non è in assoluto l’unico motivo per cui piangere), una fotografia nitida e quasi profetica delle vacanze all’italiana e non solo. La famiglia allargata, di sinistra e borghese senza tv da una parte, dall’altra quella arricchita di borgata grazie ad un (ovvissimo) negozio d’armi che piazza il tubo catodico anche a Ventotene. 

E queste altro non sono che le origini antropologiche di queste estati al Gin-Mare su Instagram: la famiglia di borgata nel film si era proprio affittata una barca a motore. Ci sarebbe da farsi qualche domanda sull’eredità culturale della prima famiglia, che ha perso la sua identità politica in una sinistra che non si capisce più nemmeno da sola (anche in questo, Virzi, ahi lui, fu profetico).

Adesso l’estate è finita e finalmente, la sciampista e l’estetista di cui sopra si potranno rivedere a ballare latino in qualche triste locale di provincia, solo, con una insensata, ingiustificata, mediocre vicendevole invidia. Intanto la legge di bilancio va fatta, gli sbarchi non sono mai stati così tanti e la scuola pubblica è al collasso. Ma questa è solo un’altra storia tutta italiana.

DISCLAIMER, o meglio “esonero da ogni responsabilità”(anche se in italiano rende di meno): la sciampista e l’estetista sono rappresentate al netto delle loro competenze cognitive, ma (loro malgrado) per gli indecorosi stipendi con cui vengono retribuite. Rappresentano quindi un paradigma sociale in cui l’operaio, il portiere e il mungitore si possono riconoscere e chiaramente, il giornalista e il dipendente di banca, anche.