Agorà di pensieri
La centrale importanza dei modelli previsionali al servizio dell’ideologia è ormai acclarata. Oggi non si prevede più il futuro, ma lo si determina. La volontà di potenza della moderna società ha bisogno di dominare e guidare gli eventi.
Le ombrelline sul traguardo? Troppo “sessista”. Lo champagne per la premiazione? Analcolico, “nel rispetto della diversità culturale”. Ci chiedevamo dove fosse finita l’ipersensibilità “green” e la sacra pugna contro le emissioni inquinanti. E infatti…
La precoce passione per il volo, i primi brillanti risultati accademici come allievo ufficiale, il battesimo del fuoco con lo scoppio della guerra nel 1940. In volo con l’Asso dei cieli.
Ci (ri)educano a disprezzare la classicità per privilegiare il sapere tecnico-ingegneristico. Ma rammentare da dove si proviene e che cosa ci ha fondati, aiuta ad immaginare più chiaramente i disegni del futuro.
La ripianificazione radicale del sistema globale galoppa lungo le spianate virtuali del Metaverso, il “mondo immaginario” pensato per l’uomo del futuro. Di oggi, quindi.
Quella di Selma Lagerlöf è la tradizione che segue il ciclo delle stagioni ed è legata agli ambienti della natura. Non solo, è un viaggio (“meraviglioso” e profetico) alla riscoperta dei valori atavici che fanno dei popoli, cellule viventi e ed eterne.
Oggi l’uomo è in grado potenzialmente di infrangere ogni equilibrio naturale, arrivando persino a progettare, come la cronaca ci mostra a ogni piè sospinto, la distruzione di sè medesimo. Nella sostenibilità, intesa come ripristino e mantenimento dell’ordine di tutte le cose, la risoluzione del titanico “conflitto-non conflitto”.
Ai virologi, nuove icone dello star system moderno, tocca evidentemente dettare la linea anche in fatto di beni culturali (e loro sistemazione). Questa volta ci ha pensato Antonella Viola a denunciare il bieco scandalo delle 78 statue di soli uomini presenti a Prato della Valle (Padova).
Vent’anni di Euro. La grande casa europea costruita partendo dal tetto: il peso delle tegole divenuto ad un certo momento insostenibile se rette da fondamenta fragili. E così è puntualmente avvenuto. Un augurio? Sì, quello di risvegliarci il prima possibile dall’incubo di un’economia italiana divoratrice di risparmi e di prosperità.
L’istituzione scuola, già provata da una sapiente opera di smantellamento e svuotamento qualitativo perseguita negli ultimi decenni, riflette al meglio la nuova “umanità pandemica”: obbediente, allineata, omologata. Senza più nemmeno…un volto da mostrare.